Sintesi di monitoraggio legislativo del 16 gennaio 2015
Gennaio 2015
16 gennaio
-
NOTA POLITICA
Il Semestre europeo a presidenza italiana si chiude con un piccolo successo del Premier Renzi. La Commissione europea ha approvato le nuove linee guida da utilizzare nell’applicazione del Patto di Stabilità: si prevede maggiore flessibilità per i conti dei paesi che attuano riforme volte a rilanciare la crescita. Per l’Italia nel 2015 si calcolano investimenti fuori dal deficit per 3,5 miliardi di euro.
La stessa data del 13 gennaio segna però l’avvio della sfida più difficile per il Governo in carica, vale a dire l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Dimessosi Napolitano, la Presidente Boldrini ha già fissato per il 29 gennaio la prima convocazione del Parlamento in seduta comune; questo lasso di tempo servirà alla nomina dei grandi elettori da parte dei Consigli regionali (3 per ogni regione e 1 per la Valle d’Aosta) ma soprattutto a tessere gli accordi per arrivare, questo l’auspicio di Renzi, ad un risultato già al quarto scrutinio. La seduta del 15 gennaio della direzione PD dovrebbe dunque servire a fare il punto sul metodo da seguire per costruire la candidatura del nuovo Presidente nonché sul percorso delle riforme. Le due questioni sono infatti strettamente intrecciate, in uno scenario politico sempre più frastagliato e diviso. La previsione di arrivare ad un voto finale per la riforma costituzionale alla Camera e per la legge elettorale al Senato entro la fine gennaio sembra sempre più improbabile. Alla Camera l’accordo tra PD e Forza Italia sulla riforma del Senato ha finora permesso di portare avanti le votazioni, che ora però potrebbero rallentare per permettere le riunioni dei gruppi parlamentari in vista dell’elezione del Capo dello Stato, come richiedono le opposizioni e parte di Forza Italia
Al Senato invece è proprio il cosiddetto Patto del Nazareno sui nomi bloccati dei capilista che costituisce il nodo da superare. La minoranza del PD sta spingendo per introdurre le preferenze per almeno due terzi dei candidati, punto sul quale si sta cercando una mediazione, anche all’interno di Forza Italia, che però appare sempre più divisa.
Al nuovo Capo dello Stato si può arrivare solo sommando i voti del PD con quelli di Forza Italia e del mondo centrista, a meno di non avviare un percorso con il Movimento 5 Stelle, che in ogni caso dovrà decidere cosa fare della sua forza parlamentare al momento delle votazioni.
Rimane poi il nodo del decreto fiscale approvato la vigilia di Natale (c.d. salva Berlusconi), che Renzi a rinviato al 20 febbraio ma che potrebbe costituire un elemento importante nelle trattative con Forza Italia.
-
DALLE ISTITUZIONI
Legge Stabilità 2015: le norme in vigore
È in vigore dal 1° gennaio 2015 la legge 23 dicembre 2014, n. 190 “Legge Stabilità 2015”.
Agenzia entrate: Determinazione del reddito a forfait, moltiplicando i ricavi/compensi per un coefficiente diverso a seconda dell’attività svolta, e applicazione di un’imposta sostitutiva al 15%. Questi i cardini del nuovo regime agevolato per imprenditori, professionisti e artisti “di dimensioni ridotte”, al debutto nel 2015 (art. 1, co. 54-89 legge stabilità 2015). Professionisti e imprenditori che aprono la partita Iva nel 2015 potranno scegliere di applicare la tassazione forfetaria direttamente nella dichiarazione di inizio attività. Per aderire al nuovo regime per i “piccoli” contribuenti, a chi apre la partita Iva, in attesa del modello aggiornato, basta barrare, nella dichiarazione di inizio attività, la casella riservata al precedente regime riservato all’imprenditoria giovanile e ai lavoratori in mobilità. A chiarirlo un comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate.
Il nuovo regime dei “minimi” non cambia modello, per ora
Legge di stabilità per il 2015: cosa c’è per imprese e società
bonus Irpef e le detrazioni per chi fa lavori in casa
Legge di stabilità per il 2015: cosa c’è per le persone fisiche
Milleproroghe 2014: d.l. n. 192/2014
È in vigore il decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative .(GU n. 302 del 31.12.2014)
Tra i temi dei 15 articoli:
Senato – Ddl 1678 – Direttive appalti: esame
È stato avviato dalla Commissione lavori pubblici del Senato l’esame del disegno di legge di delega al Governo per l’attuazione della direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici e della direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali (acqua, energia, trasporti e servizi postali). In corso un ciclo di audizioni.
La delega prevede la redazione di un unico testo normativo denominato “Codice degli appalti pubblici e delle concessioni”, che conterrà le disposizioni legislative in materia di appalti pubblici e concessioni delle tre direttive. Conseguentemente, si stabilisce l’espressa abrogazione delle disposizioni dell’attuale Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
Gli altri principi e criteri specifici della delega:
- divieto di introdurre o di mantenere negli atti di recepimento livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive;
- razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti pubblici e di concessioni;
- semplificazione e armonizzazione delle medesime disposizioni, anche attraverso la promozione di soluzioni innovative. Si richiama in particolare la finalità dello sviluppo delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici di preminente interesse nazionale, nonché degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico;
- trasparenza e pubblicità delle procedure di gara e delle fasi ad essa prodromiche e successive;
- riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e la semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti;
- relativamente alla spesa per le stazioni appaltanti, razionalizzazione delle procedure (secondo criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti), contenimento dei tempi e piena verificabilità dei flussi finanziari, anche attraverso adeguate forme di centralizzazione delle committenze e di riduzione del numero delle stazioni appaltanti nonché misure per contenere il ricorso a variazioni progettuali in corso d’opera;
- razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato, incentivandone l’utilizzo;
- revisione del vigente sistema di qualificazione degli operatori economici, in base a criteri di omogeneità e trasparenza e anche introducendo misure di premialità legate a criteri «reputazionali» basati su parametri oggettivi e misurabili e sull’accertamento del rispetto dei contratti eseguiti;
- razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto;
- per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, miglioramento delle condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni;
- disciplina organica delle concessioni e individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento richiesti dalla normativa europea;
- trasparenza nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni.
Funzione pubblica: moduli CIL e CILA
In anticipo sulla tabella di marcia, la Conferenza unificata ha approvato i modelli unici semplificati per la comunicazione di inizio lavori (CIL) e la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) per gli interventi di edilizia libera.
Comuni e regioni hanno tempo fino al 16 febbraio per adeguare la modulistica in uso ai nuovi moduli unificati e semplificati.
Agenzia Entrate: responsabilità solidale appalti
Eliminata al responsabilità solidale negli appalti. Lo ribadisce l’Agenzia delle Entrate, che con la circolare n. 31/2014. ha spiegato le novità introdotte dal Decreto legislativo sulle Semplificazioni fiscali (Dlgs 175/2014).
Il decreto ha abrogato l’articolo 35, commi 28, 28-bis e 28-ter del Decreto Bersani (DL 223/2006) in base al quale, negli appalti di opere e servizi, l’appaltatore era obbligato, in solido con il subappaltatore, al versamento all’erario delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente dovute dal subappaltatore in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito del rapporto di subappalto. Fino ad ora era prevista una sanzione da 5 mila a 200 mila euro a carico del committente, che pagava il corrispettivo all’appaltatore senza che avesse ottenuto una idonea documentazione sulla correttezza dei versamenti all’erario da parte dell’appaltatore e del subappaltatore.
Si trattava, però, di una complicazione perché nell’incertezza della prova, molti committenti o appaltatori sospendevano i pagamenti, aggravando di fatto la situazione delle imprese, già gravate dalla crisi e dalla mancanza di liquidità.
Fisco Oggi: Decreto semplificazioni ai raggi X: dall’Agenzia le istruzioni per l’uso
Politiche UE: guida qualifiche professionali
Il Dipartimento Politiche Europee ha realizzato una Guida all’utente sulla Direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali per facilitare la comprensione delle norme che regolano il sistema della libera circolazione dei professionisti nell’Unione Europea.
-
DALLA RETE
ANAC: Regolamento di vigilanza e ispezioni nei contratti pubblici
Pubblicato il nuovo regolamento di vigilanza in materia di contratti pubblici in vigore dal 30 dicembre 2014. Come specificato dall’Autorità medesima, il regolamento è l’espressione della nuova visione della funzione di vigilanza ed è coerente con la nuova organizzazione che ha incardinato la programmazione strategica ed il coordinamento delle funzioni ispettive nelle strutture di Presidenza.
La semplificazione, la responsabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari dell’Autorità, insieme alla previsione che consente, per la prima volta, di sanzionare le stazioni appaltanti che non provvedono a fornire tempestivamente le informazioni richieste nell’atto di vigilanza sono solo alcune delle novità di maggiore rilievo che sono state introdotte nel nuovo Regolamento. (GU n. 300 del 29.12.2014)
ANAC: Adempimenti leggi anticorruzione stazioni appaltanti
Per adempiere agli obblighi previsti dell’art.1 comma 32 Legge 190/2012 per l’anno 2015, l’Autorità comunica che rimangono invariate le indicazioni operative date in precedenza nella Deliberazione n. 26 del 22 maggio 2013, nel Comunicato del Presidente del 22 maggio 2013, nel Comunicato del Presidente del 13 giugno 2013 e nella documentazione pubblicata sul sito dell’Autorità.
A riguardo, si ricorda che le Stazioni Appaltanti devono provvedere a:
- Trasmettere all’Autorità, entro il 31 gennaio 2015, solo mediante Posta Elettronica Certificata all’indirizzo comunicazioni@pec.avcp.it, un messaggio di PEC attestante l’avvenuto adempimento. Tale messaggio PEC deve riportare obbligatoriamente, nell’apposito modulo PDF allegato (si deve utilizzare esclusivamente la versione del modulo aggiornata), il codice fiscale della Stazione Appaltante e l’URL di pubblicazione delle informazioni di cui all’articolo 3 in formato digitale standard aperto;
- Pubblicare sul proprio sito web istituzionale le informazioni di cui all’articolo 3 della Deliberazione n.26 del 22 maggio 2013 secondo la struttura e le modalità definite dall’Autorità (vedi specifiche tecniche per la pubblicazione dei dati aggiornate).
Tutte le informazioni aggiornate sono disponibili nel servizio:
Adempimento Legge 190/2012 art. 1 comma 32.
ITACA: Opere incompiute – un bilancio
Sono 693 le opere incompiute in Italia, per le quali sono stati già spesi oltre 3 miliardi di euro e per il cui completamento serve 1,5 miliardi di euro: si va da scuole e asili nido a strade, da loculi cimiteriali alle Vele di Calatrava a Tor Vergata. È questo il risultato a cui si arriva sommando i dati dell’anagrafe istituita presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che ha cominciato a censire dai primi mesi del 2012 le opere avviate e non concluse. Si tratta però di numeri che crescono a vista d’occhio: se al primo censimento dell’ottobre del 2013, gli interventi al palo erano 593, a fine 2014 questi sono lievitati a ben 693 mentre, intanto, alcune di esse hanno perso la loro utilità rispetto alle finalità per le quali erano state concepite. E’ stato il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, a fare il punto su questo tema nel suo intervento al convegno dal titolo “Opere incompiute: quale futuro?”, organizzato dallo stesso ministero Mit, dall’istituto Itaca e dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome. Un convegno che si è svolto in un luogo simbolo: il Centro dello Sport a Tor Vergata, noto come le ‘Vele di Calatrava’. Opera incompiuta per eccellenza. Il progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava avviato nel 2005 per realizzare un cento sportivo polifunzionale in vista dei mondiali di nuoto del 2009, presso l’area dell’università di Tor Vergata, si è da tempo arenato. Il numero di opere incompiute – ha detto Nencini – è destinato a crescere mensilmente se si considera una certa ritrosia degli enti locali a fornire questi dati. Le opere incompiute risultano, a fine 2014, 692 alle quali aggiungiamo ora anche le Vele di Calatrava”. “Tre miliardi sono stati già spesi e per completarle servono 1,5 miliardi: ci sono opere che devono essere concluse il più rapidamente possibile, altre, invece, che – ha riconosciuto Nencini – in corso d’opera hanno perso la loro finalità iniziale a fronte di un mutato contesto”.
E’ allora fondamentale “aprire una stagione nuova, una stagione di interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione e che abbiamo come obiettivo quello della riduzione progressiva del suolo consumato, per arrivare a zero nei prossimi trenta anni. Il destino delle opere incompiute, a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti, sta nel loro riuso e nella loro trasformazione”. Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti. L’auspicio è “che il nuovo Codice degli appalti eviti gli errori che hanno consentito lo svilupparsi del fenomeno, tipicamente italiano, delle opere pubbliche incompiute. La strada da percorrere è quella del ricorso alle procedure concorsuali, le sole che possono garantire architetture di qualità; della condivisione dei progetti con le comunità; di una seria programmazione che metta a sistema le potenzialità economiche e le risorse disponibili. Tutto ciò potrà evitare scelte che scelte politiche sbagliate, troppo spesso dettate dai favoritismi, provochino ritardi e contenziosi, accrescendo sprechi di risorse sul piano ambientale, economico e sociale”.
Un esempio è sotto gli occhi di tutti, conclude Freyrie: “il recente progetto di trasformazione in area green e in una piazza del viadotto dei Presidenti al Nuovo Salario a Roma, uno degli interventi proposti dal gruppo di giovani architetti ‘G124′ di Renzo Piano per rammendare le periferie delle nostre città”. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sta comunque valutando un bonus fiscale a favore delle imprese che prendano in carico le opere infrastrutturali incompiute per terminarle. Lo ha rivelato il viceministro, Riccardo Nencini, precisando però che su questo si dovrà discutere con il ministero del Tesoro. “Stiamo pensando – ha detto Nencini – a bonus fiscali, sia alle imprese che volessero ereditare le opere incompiute sia agli enti locali che adottassero provvedimenti per favorire tale soluzione. Con il ministero del Tesoro dovremo lavorare per questo”. “Non escludo – ha concluso il viceministro – la possibilità di revisione di natura urbanistica delle opere incompiute” nel senso di un cambio di destinazione dunque che possa costituire un incentivo per i privati.